03/08/2018 - Dall'associazione l'Amo di Capri riceviamo e pubblichiamo.
In questi giorni, l'Associazione l’Amo di Capri ha ultimato i lavori in merito al censimento di tutti gli spot (“poste”) di pesca da riva del comune di Anacapri. Tale lavoro si è reso necessario a seguito della continua riduzione degli spazi che offrono dimora agli appassionati della riva, o meglio degli scogli.
Questo censimento, effettuato con dovizia e maestria, che è costato non poco lavoro al gruppo incaricato, ha l’obiettivo di portare a conoscenza all'intera comunità e agli organi preposti della reale situazione di disagio che questa attività sta vivendo, portando alla luce un vero e proprio problema sociale. Mettendo su carta i pochi luoghi rimasti per praticare pesca sportiva, ed analizzando i risultati, si ha una “foto” reale della situazione che l’isola di Capri vive; dal censimento MIPAF vi sono più di 1000 pescatori e già solo questo è un problema, in quanto l’isola non può concedere posti a tutti.
La pesca, in quasi la totalità della penisola italica, è fonte di sprone turistico e c’è chi incentiva ed investe in questo settore; l’isola di Capri paradossalmente, con il flusso turistico sempre in aumento sottrae per necessità spazi e luoghi alla pesca, divenendo di ostacolo, non solo nel trimestre estivo, ma ormai per l’intero anno.
I risultati del censimento hanno dato dimostrazione che solo il 2% delle coste anacapresi è praticabile per la pesca, per un totale di 32 spot (46 in origine, ma 14 non più accessibili) e possono ospitare 65 pescatori, oltre il 90% di queste località sono ad alta difficoltà di accesso, ovvero bisogna percorrere lunghe distanze e, in molti tratti, effettuare delle vere e proprie arrampicate. Questo porta l’abbandono dell’attività di pesca da parte degli anziani e di chi non ha più una forma fisica idonea a queste arrampicate, inoltre proibisce anche ai più giovani ed adolescenti di praticare a pieno questa passione.
Di sciagure negli anfratti anacapresi ve ne sono state tante, sia in passato che di recente, questo solo perché la passione ha spinto alcuni pescatori ad affrontare situazioni di arrampicata oltre le proprie possibilità fisiche. Interrompere quest’attività ai più veterani e, di conseguenza, “esperti”, crea a nostro avviso un enorme problema sociale che gli limita la libertà, oltre che interrompere quella scuola del tramandare, il sapere non scritto dai nonni ai propri nipoti; cosa ben più grave, riduce ulteriormente ancor di più quegli svaghi agli adolescenti, svaghi che sulla nostra isola sono diventate vere e proprie chimere.
I risultati del censimento sono stati così catastrofici che l’associazione ha immediatamente chiesto un incontro con l’Amministrazione Comunale, la quale ha accolto prontamente la richiesta. L’Assessore al Demanio Massimo Coppola si è complimentato per il lavoro, ma ne è rimasto colpito dai risultati che svantaggiano notevolmente gli anziani e i più giovani dediti alla pesca.
Durante il dibattito, sono state lanciate molte idee, tra le quali il ripristino di alcuni spot persi, migliorare la fruibilità di altri, con l’obiettivo ultimo non solo di cambiare in meglio la pesca, ma soprattutto potenziare il sociale (anziani e adolescenti).
L’Assessore Coppola ha invitato immediatamente l’Associazione ad ufficializzare il tutto per attivare immediatamente la macchina burocratica ed accelerare al massimo i tempi, manifestando ampia collaborazione.
L’Amo di Capri ha già iniziato a lavorare per espletare lo stesso censimento per gli spot che interessano il Comune di Capri, ma lì, visto la conformazione morfologica del territorio, si prevedono risultati ancor più catastrofici; molte speranze per il mondo della pesca locale vengono dalle aperture dei porti, lavoro portato avanti dalla FIOPS e, a novembre, vedrà proprio l’isola di Capri ospitare un convegno con le autorità interessate, per discutere questa enorme opportunità per la pesca sportiva.
#vicinoavoivicinialmare
Associazione l'Amo di Capri

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