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Ambientalisti scatenati dopo il sequestro ad Anacapri. Legambiente: "L'ecomostro alla Grotta Azzurra non lo vogliamo". I Verdi: "Abbattimenti e condanne". I proprietari si difendono: "Ci siamo sempre attenuti a tutti i pareri"
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07/06/2018 - Il mondo ambientalista è letteralmente scatenato dopo i sigilli fatti scattare oggi ad Anacapri dalla Procura di Napoli. "L'ecomostro alla Grotta Azzurra non lo vogliamo", scrive Legambiente Isola di Capri in un comunicato stampa. "Plaudiamo - continua la nota - alla attività investigativa della Procura di Napoli e al lavoro della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Capri che hanno portato al sequestro dell'enorme ex stabilimento balneare Lido Nettuno tramutato in un residence adiacente ai resti archeologici di Villa Gradelle e alla famosa Grotta Azzurra di Capri. Dal 2014 Legambiente ha denunciato a tutti gli enti di tutela e controllo del territorio questo lavori che pur avendo autorizzazioni, andavano contro la tutela, i vincoli ed il paesaggio dell'Isola di Capri. Abbiamo subito vessazioni per le nostre denunce, ma come ci indica la giustizia di stato, avevamo ragione - dichiarano dal Circolo Legambiente Isola di Capri -. Nel comunicato della Guardia di Finanza apprendiamo di 17 denunciati, una rete di connivenze che deve essere smantellata per il bene della legalità e della nostra amata Isola di Capri, che continueremo a difendere con i denti da speculazioni e devastazioni, per dare un futuro migliore a noi e ai nostri figli. Non molleremo di un centimetro e saremo pronti se necessario ad essere ancora in prima linea".

"Di fronte ad abusi come quelli che sarebbero stati commessi nel Lido Nettuno non ci sono alternative all’eliminazione degli stessi abusi e alla condanna di chi li ha commessi e permessi". Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale "di fronte ad abusi chiaramente speculativi che distruggono o deturpano panorami di eccezionale bellezza non bisogna fare altro che ripristinare lo stato dei luoghi richiedendone le spese a chi li ha commessi". "Quest’ennesimo episodio dimostra che l’abusivismo di necessità è una giustificazione che non ha fondamento in molti casi e che viene utilizzata dagli speculatori come alibi per depredare e cementificare il territorio. Per eliminare il problema nelle isole le forze dell'ordine dovrebbero con grande attenzione monitorare i camion pieni di materiali edili che partono o tornano dalle isole del Golfo e che ci fanno comprendere quanto la cementificazione selvaggia è ancora un problema serio” ha aggiunto Borrelli.

Di opposto tenore il commento dei proprietari della struttura balneare. «Ci siamo sempre avvalsi della consulenza di professionisti dalla massima serietà e di importanti nomi a livello internazionale del mondo del design. Abbiamo sempre detto sia a voce, e anche per iscritto, di venire e controllare l'opera che stavamo realizzando. E i controlli si sono susseguiti ripetutamente in questi anni dal 2015, da parte di molti settori dello Stato. Spero che chi di doveri indaghi e definisca quanto prima la nostra posizione. Sono sereno perché non ho mai fatto pressione di nessun genere e ci siamo sempre attenuti ai pareri dei tecnici, sovrintendenza e quanti altri hanno esaminato il lavoro al Nettuno». Così Raffaele Perrella, proprietario del lido Nettuno di Anacapri, dopo il sequestro della struttura eseguito stamani.

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