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Giochi, il sindaco di Anacapri: “Dal referendum no slot il comune è rifiorito. Peccato che anche Capri non abbia fatto lo stesso. Spero che si capisca che la spesa non vale l'impresa”
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30/03/2016 - Da quando le slot machine sono state dismesse il Comune “è rifiorito”. Parola di Francesco Cerrotta, sindaco di Anacapri, dove la scorsa primavera è stato indetto un referendum per mettere al bando le “macchinette”. Unico cruccio, per ora, è che anche Capri non abbia seguito l’esempio: “Peccato che non abbiano avuto questa sensibilità”, dice il primo cittadino al VELINO. “Sicuramente qui ora si vive meglio, c’è stata una ripresa dei consumi e nelle famiglie non ci sono più liti legate al gioco”. Ha invece dell’incredibile per Cerrotta quello che è successo nei giorni scorsi a Orzinuovi, nel bresciano. La titolare di un bar ha deciso di annullare il contratto di fornitura di una slot perché un anziano si presentava spesso nel suo locale giocando lì la pensione. Dopo mesi di burocrazia ha ricevuto una penale di 1.564 euro. “Capisco la penale – sottolinea il sindaco – ma dimostra l’incoerenza dello Stato. Servirebbe buonsenso e un contributo di solidarietà a chi assume azioni forti anche contro gli stessi interessi della propria attività commerciale”. La settimana scorsa Anacapri è stato portato come esempio di fattibilità nel corso di un convegno a Napoli dove è stato adottato il regolamento comunale sul gioco.
Sulla sostituzione fra gli attuali apparecchi e le nuove Awp da remoto Cerrotta è tranchant: “Sono solo nuove stregonerie, ogni comune si attrezzerà e anche il nostro. Per come Anacapri ha risposto al referendum penso che neanche le nuove situazioni radicheranno. Il compito di un amministratore – sottolinea - è cercare di ridurre il fenomeno” della ludopatia. Sul prossimo appuntamento della conferenza unificata il primo cittadino simbolo della lotta no slot si dice “fiducioso”. E ricordando l’onorificenza conferita dal presidente della Repubblica al sociologo Maurizio Fiasco aggiunge: “Se Mattarella ha preso in carico la questione credo che questo abbia un peso. Credo che anche il governo abbia realizzato che il gioco costa di più come assistenza sanitaria di quanto fa incassare. Le battaglie si vincono e si vincerà anche la guerra. Come si dice a Napoli – conclude - si è capito che la spesa non vale l’impresa”.
Fonte: ilvelino.it

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